Il vicepresidente del Parlamento e rappresentante del movimento Europe Now, Boris Pejović, ha ricordato ieri che, dal cambio di governo del 2020, i cittadini del Montenegro hanno rimborsato ben 2,9 miliardi di euro di debiti contratti durante il decennale governo del Partito Democratico dei Socialisti (DPS)...........
Ђукановићи
Il vicepresidente del Parlamento e rappresentante del movimento Europe Now, Boris Pejović, ha ricordato ieri che, dal cambio di governo del 2020, i cittadini del Montenegro hanno rimborsato ben 2,9 miliardi di euro di debiti contratti durante il decennale governo del Partito Democratico dei Socialisti (DPS).
Secondo lui, sono proprio questi debiti – derivanti da scandali, abusi e cattiva gestione dello Stato – a dimostrare al meglio l'entità del saccheggio che, a suo dire, è stato perpetrato dall'oligarchia politica riunita attorno a Milo Đukanović.
"Dal 2020 a oggi, sono stati rimborsati 2,9 miliardi di euro di debiti lasciati indietro. I cittadini hanno pagato 665 milioni nel 2020, 437 milioni nel 2021, 291 milioni nel 2022, 301 milioni nel 2023, 495 milioni nel 2024 e quest'anno già 715 milioni. Solo quest'anno, lo Stato deve rimborsare un miliardo di euro di vecchi debiti. Sebbene durante il loro governo non sia stata pagata una sola rata dell'autostrada, questo governo sta rimborsando i prestiti e sta cercando di risolvere ogni questione, senza eccezioni", ha affermato Pejović.
DPS
Da "Koverta" a "Možura": una storia di rapine
Ha anche ricordato i numerosi scandali che hanno segnato il governo del DPS:
"Lo scandalo 'Recording', 'Koverta', 'Teren te ne reznaje', 'Pandora papers', 'Telekom', 'Limenka', 'Abu Dhabi fund', 'Prva banka', 'Ramada', 'Avala', 'Primorka', 'Budva', 'Zavala'... e così via...
Ognuno di questi scandali, ricorda Pejović, ha significato un nuovo debito e un nuovo obbligo per lo Stato, un obbligo che i cittadini stanno ripagando oggi.
L'eredità di una struttura criminale
I dati presentati da Pejović coincidono con i risultati delle attuali indagini della Procura Speciale dello Stato (SDT), che rivelano che la struttura dell'ex regime del DPS era più che politica: si trattava di un sistema organizzato che controllava la polizia, la procura, i media e i flussi finanziari al fine di mantenere il potere e nascondere la corruzione.
Ricordiamo che tra gli imputati e gli indagati nei vari procedimenti figurano numerosi ex funzionari del DPS e persone a loro vicine: l'ex Presidente della Corte Suprema Vesna Medenica, l'ex Capo della Polizia Veselin Veljović, il Procuratore Milivoje Katnić, nonché ex ministri dei governi Duško e Marković: Predrag Bošković, Budimir Šegrt, Ivan Brajović, Sanja Vlahović e altri.
La fabbrica delle "Commissioni" del DPS
Quando arriverà l'epilogo politico?
Mentre l'SDT denuncia i meccanismi di distruzione economica e istituzionale dello Stato, e i cittadini ripagano miliardi di debiti con i loro affari, sorge una domanda chiave: perché non è ancora stata avviata un'iniziativa per vietare l'attività del DPS?
Perché, se un partito che ha lasciato miliardi di debiti, decine di affari e comprovati legami con la criminalità organizzata è ancora registrato come entità politica, cosa dice questo del nostro sistema giudiziario?
Come sostengono numerosi analisti giuridici e politici, il DPS ha abusato delle risorse statali per decenni, controllando i processi elettorali, impiegando personale in linea con il partito, discriminando gli oppositori politici e utilizzando le istituzioni come apparato di potere privato. Secondo gli standard costituzionali e internazionali, ciò costituisce un'azione contro l'ordine democratico, motivo sufficiente per vietare il partito.
LEGGI DI PIÙ:

Commenti
Posta un commento