«Siamo tornati redditizi ed efficienti. Siamo avanti rispetto al piano sia per le azioni sia per i risultati, con un capitale che ci porta ai vertici del sistema. Così ora gli azionisti hanno diverse opzioni strategiche tra cui scegliere. In futuro potremmo stare in piedi da soli, ma le dimensioni sono sempre più importanti per servire i clienti e sostenere l'economia. Il consolidamento è inevitabile». Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Mps dal febbraio 2022, parla del futuro della banca in una intervista esclusiva a Ceo Talks di ClassCNBC. E lancia anche un messaggio sul titolo: «Stiamo lavorando perchè rispecchi il valore dei nostri fondamentali»..........
«Siamo tornati redditizi ed efficienti. Siamo avanti rispetto al piano sia per le azioni sia per i risultati, con un capitale che ci porta ai vertici del sistema. Così ora gli azionisti hanno diverse opzioni strategiche tra cui scegliere. In futuro potremmo stare in piedi da soli, ma le dimensioni sono sempre più importanti per servire i clienti e sostenere l'economia. Il consolidamento è inevitabile». Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Mps dal febbraio 2022, parla del futuro della banca in una intervista esclusiva a Ceo Talks di ClassCNBC. E lancia anche un messaggio sul titolo: «Stiamo lavorando perchè rispecchi il valore dei nostri fondamentali».
Domanda. Lovaglio, è passato un anno dall'aumento di capitale da 2,5 miliardi. Quando lo avete lanciato la banca valeva poco più di 100 milioni, oggi circa 3 miliardi. A che punto è la sua strategia?
Risposta. Direi che ci siamo mossi con grande velocità e oggi siamo in anticipo sul piano industriale. Finalmente ci sentiamo di nuovo una banca normale, focalizzata sul mercato, come gli altri istituti. Quell'aumento è stato sicuramente il momento di svolta. Ci ha dato le risorse che ci hanno consentito di gestire l'uscita dei dipendenti con l'esodo incentivato. è stato il passaggio decisivo nella ristrutturazione.
D. Ce lo racconti.
R. Il 30 novembre eravamo 21.000 dipendenti, il primo dicembre 17.000. Quando sono arrivato a Siena ho subito colto il potenziale della banca, ma dovevamo fare in fretta. Ci siamo dati una regola fondamentale: tagliare sì, ma mantenendo o rafforzando le risorse della rete. Il piano ha funzionato perchè è stato elaborato con il contributo di tutti, dal Cda ai sindacati. E l'operazione ha evidenziato un forte spirito di solidarietà all'interno della banca. Il potenziale commerciale è rimasto intatto. Anzi: focalizzando il business abbiamo ottenuto risultati migliori e motivatole risorse rimaste, perché ora vedono una prospettiva molto positiva.
D. Quali sono i risultati che considera più significativi?
R. Il Rote a doppia cifra e il Cost Income sotto il 50%. Ma anche l'ottima qualità degli asset, e un mix dei ricavi estremamente sano, grazie alla componente commissionale, che ha un ruolo molto importante. Anche perché ci dà la misura della capacità della banca di generare ricavi a prescindere dall'ambiente esterno.
D. Che però vi aiuta. L'aumento dei tassi ha portato a un boom degli utili per tutte le banche. I vostri risultati saranno sostenibili con tassi stabili e costo della raccolta più alto?
R. Chiaramente anche noi abbiamo beneficiato di un margine di interesse più alto. Nella semestrale è cresciuto del 60%, come in tutto il settore. Ma la differenza sta nel piano, che ci garantisce una forte redditività a prescindere dal livello del margine di interesse. Lo dimostra, ad esempio, il raddoppio del risultato operativo lordo. Quindi la risposta è sì, la banca sarà in grado di generare ricavi anche quando diminuirà l'euforia sui tassi di interesse.
D. All'inizio di agosto aveva promesso utili 2023 a quota un miliardo. Pochi giorni dopo il Governo ha annunciato la tassa sugli extraprofitti. Quanto peserà sui vostri conti?
R. Le stime fino a prima delle ultime ipotesi circolate in questi giorni prevedevano per noi un impatto di circa 120 milioni di euro, cifra che pare essere confermata anche in questa ultima formulazione. Peraltro, la possibilità che ora viene offerta di destinare a riserva non distribuibile 2,5 volte l'importo dell'imposta, mi sembra un'ottima occasione per rafforzare la posizione di capitale delle banche. Ricordo che abbiamo annunciato nei mesi scorsi che puntiamo a tornare a un dividendo con l'utile del 2024, in anticipo rispetto al piano.
D. Significa che sceglierete questa strada?
R. E' una decisione che spetta al Cda, e dobbiamo ancora valutare bene. Ma mi sembra al momento che appaia come la più logica.
D. Intanto l'economia frena. E calano prestiti e investimenti. La preoccupa?
R. Osserviamo un certo rallentamento delle domande di finanziamento da famiglie e imprese. Però anche in questa situazione la banca sta operando bene e cresciamo sia nei finanziamenti che nella quota di mercato. Tutto sommato il quadro è positivo, e ci consente di confermare la nostra guidance di Costo per il Rischio stimata in 55 punti base.
D. E sulla liquidità, qual è la vostra posizione?
R. Molto buona. Abbiamo oltre 25 miliardi di buffer, un liquidity cover ratio sopra al 160%, quindi sopra i livelli fissati dal piano. Continuiamo a crescere nella quota di mercato della raccolta a vista e vogliamo essere competitivi nell'offerta specie retail attraverso la rinnovata proposta dei nostri depositi a tempo, utile anche a catturare nuova clientela. Necessariamente questo comporterà un rialzo del costo della raccolta, ma lo vediamo come un investimento per la futura crescita, anche del risparmio gestito.
D. Il Tesoro, vostro principale azionista, dovrà uscire dal capitale per rispettare l'impegno con l'Europa. Si dice che lo farà a breve, ma senza fretta. Voi come vi preparate a questo nuovo passaggio?
R. Sempre meglio, e sotto il segno della crescita.
D. Ma gli azionisti saranno comunque chiamati a fare delle scelte.
R. Rispetto a un anno fa, oggi ci sono più opzioni strategiche. Noi rimaniamo concentrati nel far emergere il valore della banca, e siamo fiduciosi sul fatto che questo aiuterà a decidere il nostro futuro.
D. Il mercato scommette su tempi e modalità. Da capo azienda cosa spera?
R. Il nostro compito, come management, è quello di rimanere focalizzati su come far emergere sempre più il valore della banca. Il resto è un tema che riguarda l'azionista.
D. Nel vostro caso l'azionista è il contribuente italiano.
R. Beh, direi che l'ultimo aumento di capitale sta avendo un'evoluzione positiva per tutti gli investitori che hanno partecipato. L'aumento era a 2 euro e oggi il valore dell'azione è decisamente superiore. E credo che questo valore aumenterà man mano che continuiamo a raggiungere risultati apprezzabili.
D. Ma dopo l'uscita del Tesoro sareste in grado di stare in piedi da soli o al Monte serve un partner?
R. Abbiamo una situazione analoga a quella di altre banche simili a noi: saremmo in grado di mantenere un profilo stand- alone tanto quanto, ad esempio, Bpm o Bper. Ma ciò non toglie che le dimensioni per competere in questo mercato siano importanti. La somma della capitalizzazione delle prime cinque banche europee è inferiore a quella della prima banca americana. E le prime due banche italiane non sono ai vertici in Europa per capitalizzazione. Quindi penso che un'operazione di consolidamento sia qualcosa che ci si possa aspettare. Le nostre imprese richiedono una adeguata dimensione anche da parte del sistema bancario, con una sana competizione da parte di più operatori.
D. La stanno chiamando in molti per parlarne?
R. Incontriamo molti investitori, da cui ci arrivano feed back positivi. Ultimamente abbiamo partecipato alla conferenza di Bank of America a Londra e abbiamo dialogato con investitori europei e americani. La banca entra sempre più nel radar di investitori istituzionali anche con strategie azionarie long only.
D. Al momento il titolo tratta a sconto rispetto alle altre banche.
R. E dobbiamo lavorare anche su questo. Per migliorare la percezione del mercato su quello che è il valore reale della banca. Qualche primo segnale è già arrivato. Gli analisti indicano un target price medio intorno a 3,2 euro per azione, che è comunque a mio avviso un valore ancora a sconto. Il raggiungimento dei risultati giorno dopo giorno è la migliore ricetta per arrivare a una valutazione di Mps che rispecchi di più i suoi fondamentali. La nostra è una banca leader con un brand unico nel panorama europeo e internazionale. Merita un futuro brillante.
di Andrea Cabrini Class-Cnbc per "milanofinanza.it"
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